Aut-Aut SINTESI.
Al centro della riflessione di Kierkegaard vi è la scelta e quindi le possibilità che si hanno aperte nella propria vita.A partire da queste scelte dipendono i vari stadi della vita:lo stadio estetico caratterizzato dall'immediatezza, dal contingente,dal particolare e specialmente dall'assenza di scelta tra il bene e il male;
lo stadio etico al contrario comporta la realizzazione dell'universale nel singolo ed è simboleggiato dalla figura del marito infine, abbandonata la fase etica vi è la fase superiore che è quella religiosa: mentre l'uomo etico vive in mezzo ai doveri e obblighi sociali,è dunque un conformista per l'autore, l'uomo religioso e in particolare il mistico si lega a Dio ed è rappresentato infatti dalla figura di Abramo.
Appunti sintetici su alcuni temi dell'opera.
1)IL PROBLEMA DELLA SCELTA
"Amico mio! Quello che ti ho già detto tante volte te lo ripeto,anzi te lo grido: o questo o quello,aut-aut!"
La scelta è per Kierkegaard un punto chiave,un problema che si situa non solo al centro delle sue ricerche ma di tutta la vita e l'esistenza umana.
Essa però provoca angoscia (la quale secondo Sartre è paura di fronte a sé stessi), poiché bisogna scegliere sé stessi e la propria vita e bisogna farlo con la massima intensità e serietà possibile:la consapevolezza di tutte queste possibilità aperte di fronte a noi ci spaventa.
Per prima cosa bisogna conoscere sé stessi e fare la scelta fondamentale che è quella tra bene e male:molte persone non è che scelgano il male ma semplicemente non scelgono oppure scelgono di non scegliere,che è la stessa cosa.
Non scegliere,rinunciare allo scegliere è perdere tanto della vita umana: significherebbe vivere una vita vuota,sprecata ed effimera perché priva di peso, di intensità.
La vita di chi non sceglie è tipicamente la vita dell'esteta,simboleggiata dal seduttore ma anche dal rischio di diventare un Nerone(nessun uomo è al riparo dal diventarlo e specialmente chi rinuncia alla scelta),la cui essenza era la malinconia,non era un puro mostro,ma forse ancora un bambino e tutto il mondo deve provocare piacere per lui ma egli non possedeva sé stesso(non si è scelto).
La fase estetica quindi per sua natura rifugge la scelta, perché la scelta significa continuità,qualcosa di stabile strutturalmente opposta quindi allo stile di vita estetico che vive nell'attimo non nella continuità.
Le scelte quindi cominciano veramente solo nella vita etica dell'uomo che si conosce e si evolverà poi nella vita religiosa secondo Kierkegaard, e chi perde la facoltà di scegliere perde,praticamente, sé stesso.
2)LA CONSAPEVOLEZZA.
"Perché hanno scoperto che quello su cui avevano costruita la loro vita era effimero?"
La consapevolezza o presa di coscienza,è essenziale per Kierkegaard non c'è vera scelta che non sia fatta con grande serietà,intensità in due parole consapevolezza.
Anzitutto condizione preliminare è la consapevolezza di sé stessi,il possedersi,chi non possiede sé stesso è eccentrico(ovvero fuori di sé).
Trovare sé stesso non è così facile specie per le nature più profonde,e ciò è causa di problemi in quanto per ogni cosa importante quali per es.la vera amicizia,il lavoro l' amore è necessaria molta consapevolezza e per essa è necessario trovare/scegliere sé stessi..
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