Noam Chomsky linguaggio e problemi della conoscenza 1)il problema di Platone 2)Principi della struttura del linguaggio:accenno
Noam Chomsky, linguista di fama internazionale,insegnante al
MIT di Boston,rappresenta uno spartiacque nella storia della linguistica a
partire dalla pubblicazione del suo "Syntactic Structures" nel 1957,
criticando in modo sostanziale l' allora
predominante distribuzionalismo(la sua teoria così come il suo metodo di
procedere).
La linguistica generativa (di cui è fondatore) è tutt'oggi
al centro del dibattito contemporaneo e ha influenzato altri svariati campi del
sapere dalla filosofia alla biologia passando per la psicologia.
L'obbiettivo di questa tesina è quello di analizzare alcune
delle idee e concetti più importanti presenti in "linguaggio e problemi della conoscenza",libro del
1988 basato su una serie di lezioni tenute nel 1986 da Chomsky all'università
gesuita di Managua.
Al centro del libro vi è la discussione di quattro quesiti
di grande importanza:
1)Cosa sappiamo realmente quando siamo in grado di
parlare e comprendere una lingua?Qual è
questo sistema di conoscenza? Cosa c' è nella mente/cervello di un parlante di
lingua inglese, italiana, o giapponese?
2)In che modo questo sistema di conoscenza si forma nella
mente/cervello del parlante? (E' il problema di Platone in una sua
riformulazione)
3)Come la usiamo?
4)Quali sono i meccanismi fisici, che fungono da base
materiale per questo sistema di conoscenza:nella
rappresentazione,nell'acquisizione e nell'uso?
1)Inizierò col trattare della seconda domanda, che è
particolarmente rilevante (oltre che antica):IL PROBLEMA DI PLATONE
Nel "Menone" Socrate pone, con sapienza maieutica
delle domande riguardanti la geometria, a un giovane schiavo totalmente ignaro
in materia, ed egli riesce da solo ad arrivare a capire/scoprire alcuni teoremi
fondamentali.
Da questo esperimento sorge la questione tutt'ora
insoluta:come ha fatto il giovane
schiavo a scoprire le verità della geometria senza istruzioni
o informazioni?Oppure con la riformulazione di B.Russell: "Come mai gli
esseri umani,il cui contatto con il mondo è così breve,personale e limitato,sono in grado di avere una
conoscenza così ampia come di fatto hanno?".
Platone risponde alla domanda dicendo che le nostre
conoscenze sono innate, poiché sono state già state acquisite nelle vite
precedenti, e si tratta semplicemente di ricordarle.
Chomsky,mettendo da parte la questione delle vite
precedenti,pensa che certi aspetti della conoscenza e comprensione umana siano biologicamente
parlando, innati (in linea quindi con la teoria platonica in questo aspetto),
proprio così come ad es. abbiamo
elementi genetici innati che ci fanno crescere braccia e non ali.
In particolare l' autore afferma che ciò si possa notare
molto bene nello studio del linguaggio.
Come fa un bambino ad arrivare a padroneggiare le regole e i
principi che costituiscono il sistema maturo della conoscenza del linguaggio?
-In linea generale Chomsky risponde che la fonte di
conoscenza, è da rintracciare o nell'ambiente del bambino oppure nelle risorse
biologicamente determinate,in particolare nella facoltà del linguaggio(così
chiama quella componente della mente/cervello adibita al linguaggio).
Osserva, facendo vari esempi come sia stupefacente la
precisione e il livello con cui il
bambino imita i discorsi del suo modello (es. membri della famiglia).
Inoltre nota come a tutti gli esseri umani sia naturale
l'apprendimento del linguaggio, per es. non ci poniamo mai domande o problemi
sulla sensatezza o meno di alcune frasi, come ad esempio potrebbe fare uno
scienziato marziano che voglia conoscere la nostra lingua.
Essa è per noi esseri umani un fatto naturale e quindi ci
riesce facilmente.
Chomsky quindi esamina le differenze fra le varie lingue
umane e anche i principi essenziale che le accomunano che le differenziano
dalle "lingue non-umane" come potrebbero essere altri sistemi basati
su logiche diverse, come quella del Computer.
Nota che il bambino ha in qualche modo già a disposizioni i
concetti generali a-priori del linguaggio e si tratta solo di applicare delle
etichette (derivanti dall'ambiente) a quei concetti innati.
Farebbe invece molta difficoltà (o forse sarebbe proprio
impossibile) se dovesse apprendere una lingua non-umana,ovvero una lingua che
fosse basata per es. su regole lineari (che sono anche più semplici) ma che non
corrispondono alla struttura della mente umana.
2)PRINCIPI DELLA STRUTTURA DEL LINGUAGGIO
Chomsky crede che il cervello umano per utilizzare il
linguaggio, esegua una computazione con solo alcune regole/principi di base (validi
quindi per tutte le circa lingue da quelle latine a quelle orientali).Si
potrebbe parlare in questo senso di principi della struttura del linguaggio .
I due capitoli centrali del libro sono proprio dedicati all'
esposizione di questi principi oltre che ad argomentare questa tesi.
L' obbiettivo è quindi quello di riuscire ad astrarre dalle
varie lingue una grammatica universale.
Essa contiene certe categorie lessicali,generalmente quattro:verbi(V),nomi(N),
aggettivi(A), adposizioni (preposizioni e posposizioni).
Per ogni categoria vi è una proiezione: (SV) sintagma
verbale,(SN)sintagma nominale,(SA)sintagma aggettivale,(SP) sintagma
adposizionale.
Ciascuno dei sintagmi è costituito quindi dalla testa e dal
suo complemento. Assumendo X e Y delle variabili che significano una qualunque
delle categoria lessicali(V,N,A o P), si può avere la struttura generale del
sintagma che è: SX=X - SY.
Detto altrimenti, per ogni X esiste un sintagma SN, tale che
X è la sua testa e SY il suo complemento.
L' ordine della testa e del complemento è uno dei parametri
della grammatica universale,ad esempio confrontando l'italiano con il miskito,
l'ordine della testa e del complemento sono specularmente invertiti.
Conosciute le parole ed il valore del parametro della testa
si applica la struttura del sintagma e quindi senza fare riferimento alle
regole specifiche dell' italiano. Per es. nella frase:"l' uomo chiede l'
acqua", si applicano naturalmente i principi della grammatica
universale:"((SN l'uomo) (SV chiede) (SN l' acqua))
Questi principi sono,secondo Chomsky, parte della
mente/cervello e presumibilmente operino di fatto in simultanea.
La grammatica universale,lascia comunque molto spazio alle
variazioni delle specifiche lingue per es. i pronomi possono essere
clitici,come nel caso di una classe di pronomi in italiano(mi,ti,gli,ecc) ma
altre lingue come l'inglese non hanno questa proprietà.
Un altro principio è che esistono parole usate per fare
domande (wh).
Altre questioni interessanti nascono osservando i legamenti
tra i pronomi. Chomsky ora esamina il
problema del legamento del clitico riflessivo "si" e pensa che la
frase "Gianni si rade" significa nella grammatica
universale:"Gianni si(rade t)".In questo modo il principio di
proiezione resta soddisfatto.
Altre considerazioni importanti riguardano alcune frasi
senza significato alcuno come "Gianni fece (radersi
i ragazzi)",lo stesso vale per la farse in lingua inglese. Non si
può in questa maniera esprimere una frase di senso compiuto in italiano con il
clitico"si" che si muove sul verbo fare. La mente o meglio i principi
computazionali della mente non riescono ad elaborare la frase.
Segue che abbiamo una prova empirica diretta che la traccia
t è davvero presente nella nostra rappresentazione.
Le categorie essenziali sono quindi categorie vuote,
e ciò ricollegandosi
anche al problema di Platone,la scoperta di queste categorie il loro studio e
quello dei loro principi può essere paragonato,forse alla nascita delle scienze
fisiche nel 17° secolo:per la prima volta si sta andando a fondo nella scoperta
di quei meccanismi che stanno alla base della mente umana e forse si stanno
ponendo le fondamenta per risultati straordinari in futuro.
Fonti: Chomsky Noam, Linguaggio e problemi della
conoscenza, Bologna, il Mulino, 1998 (ed.orig. 1988).
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