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Filosofia della Natura tra Kant e Merleau-Ponty











LA FILOSOFIA DELLA NATURA. MAURICE MERLEAU-PONTY E IMMANUEL KANT

INTRODUZIONE
La filosofia della natura è un tema di grande importanza per molti autori, nonché per tutta la storia della filosofia dalla filosofia antica fino alla scienza.
Questa tesina si vuole occupare principalmente della filosofia della natura in Kant,secondo la visione di Merleau-Ponty.
In Aristotele e nello stoicismo vi è un finalismo nella natura, è quindi una natura a misura d'uomo.
 Altra concezione è la natura come puro oggetto esterno ,la Natura si sdoppia in naturante e naturato e ciò che poteva essere all'interno va attribuito a Dio. In sostanza specialmente in Cartesio la realtà è intelligibile e luminosa oggettivamente,e l'uomo ne era parte da comprendere.
Kant mina invece le fondamenta di questo mondo intelligibile  e luminoso,fornendogliene però altre. Con la sua rivoluzione copernicana non si ha piu' direttamente l'oggetto in sé ma bisogna anzitutto partire dal soggetto .Il mondo è quindi una nostra rappresentazione,(abbiamo solo i fenomeni e mai la cosa in sé),questa rappresentazione non è però semplice parvenza poiché è sorretta dalle nostre intuizioni pure a priori che sono universali:lo spazio e il tempo. Essi quindi non sono assoluti,non esiste lo spazio assoluto,ma sono in questo senso particolare appartenenti alla nostra soggettività. La metafisica in senso teoretico è quindi impossibile,non abbiamo una facoltà per poter comprendere le cose in sé,l'intelletto è la facoltà della conoscenza legittima,la ragione è quella che tende al trascendente è la facoltà del desiderio,una via di mezzo è la facoltà di Giudizio. La natura in kant non ha un fine di per sé o non si può sapere ma è l'uomo che pone la finalità della natura come massima soggettiva per la riflessione su di essa. Se c 'è una finalità ultima della natura questa può essere solo nell'uomo in senso morale e quindi si basa sulla libertà che ha l'uomo(come noumeno) rispetto alla natura.
Schelling parte dalle idee di kant per andare oltre i suoi limiti e così alle sue estreme conseguenze. Per Kant c'è un non sapere una lacuna,il non sapere è un limite per Schelling il non saputo è al centro,c'é un essere non saputo. La Natura nella quale c'è un doppio movimento(un respiro) di espansione e contrazione, è al di là del mondo e al di qua di Dio.


1)Il pensiero di Merleau Ponty relativamente alla natura.

Merleau-Ponty non dedica un’ opera vera e propria al tema della natura benché sia esso di fondamentale importanza in tutta la sua riflessione filosofica. I concetti più importanti dell'analisi di Merleau-Ponty sono quelli di movimento  e di mutamento. La riflessione sul linguaggio è importante in questo studio della natura, poiché porta una struttura contemporaneamente di prosecuzione e di rottura riguardo all'esperienza percettiva.
Merleau-Ponty fin dai primi scritti,cerca di delineare una concezione della percezione vista come relazione concreta tra un soggetto incarnato e un mondo corporeo. La percezione è la modalità attraverso cui si da' manifestazione e perciò esistenza della realtà. La percezione diventa così la chiave del reale.
Nel corso "Movimento,istituzione,passività" si parte sottolineando la necessità di comprendere filosoficamente,in modo adeguato le specificità del mondo sensibile,riesaminando così le nozioni di essere e soggettività. Per Merleau-Ponty l'esame del contatto con la percezione mostra l'esigenza di una riforma della nostra concezione dell'intelletto e quindi in sostanza diversa,originale ontologia e gnoseologia.
La cosa percepita è qui uno  scarto o differenza nel sistema percettivo. Il mondo sensibile può essere raggiunto mediante  un operazione archeologica,per trovare così il mondo al silenzio operando a ritroso esso(il mondo) è comunque linguistico ma non totalmente riducibile al linguaggio. Ma cosa produce il rovesciamento?(cioè bisogna stabilire cosa determina l'inversione che il mondo linguistico opera rispetto al mondo sensibile).Questa è una domanda centrale nella riflessione di Merlau-Ponty.Il movimento deve essere interpretato come struttura gestaltica in cui l'intero campo viene ristrutturato,così come il linguaggio non può essere colto con segni isolati ma è atmosfera espressiva. E' quindi un’ implicazione, è un nesso non una sintesi:per avere percezione di un singolo movimento vi deve essere già presente la struttura dell’esperienza.
Temi molto importanti sono altresì quello di "istituzione" e quello di "passività". L'istituzione è considerabile come un rimedio alle difficoltà della filosofia della coscienza,bisogno pensare la coscienza però come istituente e non costituente in questo modo si dissiperebbero tutti quei paradossi legati all'opposizione assoluta tra passato in sé(ricordo oggettivo) e passato per sé(memoria attuale).
Istituzione è quindi ciò che permette una sequenza di senso,una storia,creando relazioni di senso tra le diverse esperienze,dotando l'esperienza stessa di dimensioni durevoli.
La passività poiché mostra una natura dello spirito e anche una spiritualità naturale serve ad indagare quei fenomeni che vanno oltre l'opposizione di natura e spirito.
Si arriva alla fine a una crisi del pensiero dialettico che porta a poter affrontare il mutamento come forma intrinseca alla Natura, poiché la Natura è allo stesso momento causa ed effetto di una generale manifestatività che si autoproduce.
La natura è un enigma in quanto è oggetto dal quale il soggetto è sorto anche sul piano sociale e storico.  Il nesso di questa origine nonché la testimonianza, è la percezione. Se si vuole continuare a considerare la natura come indipendente dal soggetto,cioè che esista e sia sempre esista a prescindere dal soggetto conoscente,deve avere uno statuto pre-oggettivo e pre-soggettivo.
Merleau-Ponty fa quindi un analisi  di alcune delle teorie piu' importanti relative alla natura,dall'antichità,passando per Cartesio e Kant fino alla filosofia spontanea insita negli scienziati.







A)L'interpretazione di Maurice Merleau-Ponty

Per Merleau-Ponty l'importanza principale di Kant consiste in primo luogo nella rivoluzione copernicana nel suo duplice senso:il senso antropologico e quello del ritorno all'uomo come potere di costruzione(il soggetto come assoluto).In secondo luogo Merleau- Ponty da molta importanza alla Critica del  Giudizio come opera che  si sforza di collegare i due sensi attribuiti da kant al termine Natura.

-La rivoluzione copernicana.
Come Copernico ha rivoluzionato la concezione astronomica così  Kant vuole rovesciare il rapporto tra soggetto umano ed Essere, complicando quindi la visione cartesiana del mondo dove l'umanesimo appariva come qualcosa da studiare all'interno di un mondo intelligibile luminoso. Ora è il soggetto il punto di partenza che costruisce(e che in questo senso regge)l'Essere.
Senza volerlo Kant apre quindi la strada alle concezione romantiche della natura(in particolare quella schellinghiana) diventando così di fatto una sorta di ponte tra Illuminismo e Romanticismo(fermandosi entro i limiti illuministici).
La rivoluzione copernicana ha due sensi ai quali corrispondono due significati del termine natura.
a)Il senso antropologico a cui corrisponde l'idea di natura come insieme degli oggetti dei sensi
Il concetto di Essere è in sé stesso vuoto e acquisisce per noi un significato solo attraverso l'Erfahrung in quanto l'esistenza non è un predicato ma è necessaria l'esperienza sensibile per instaurarne un senso. L'Essere quindi è fondato sull'uomo e da questo quindi si deve partire e deve rimanere al centro. In specifico noi abbiamo la passività sta ad indicare la nostra finitezza e i nostri limiti,ciò che non può essere conosciuto a priori. Da qui l'opposizione tra intelletto come pensiero attuale,limitato e la ragione come capacità di pensiero possibile che può spingersi e tende a farlo, oltre i limiti  di ciò che è possibile conoscere legittimamente.
Sembra quindi che Kant dia un svolta verso una psicologia,in quanto tutto ciò vale anche per l'Io:c'è differenza tra l'Io e il me stesso,come non si possiede la chiave conoscitiva del mondo così non si può avere neanche quella dell'Io,ma solo una fatticità dell'esperienza e del me stesso. Come spiegato però nelle tesi dell'Estetica trascendentale Kant evita comunque la deriva allo psicologismo.


b)Il soggetto come assoluto dove la Natura viene rivelata dall'attività legislatrice dell'intelletto.

La rivoluzione copernicana è un ritorno all'uomo come potere di costruzione,l'assoluto non è più la sostanza ma anzitutto il soggetto. Andando fino in fondo alla tesi che esistono solo fenomeni umani, i fenomeni sono una nostra costruzione senza però allo stesso tempo perdere l'oggettività,in quanto la costruzione non è arbitraria e anzi viene tolto così anche il dubbio scettico fondando, in questo senso, solidamente l'oggettività. L'uomo come fatticità che produce da sé valore di diritto.

A questi due sensi della rivoluzione copernicana corrispondono due sensi del termine Natura.
Partendo dall'idea che tutto è una rappresentazione umana,la Natura diventa semplice Inbergriff degli oggetti dei sensi(insieme degli oggetti dei sensi).La Natura subisce qui un impoverimento è un semplice correlato della percezione, che dipende quindi dal soggetto.
In un secondo senso la Natura che esiste in noi ha una struttura solida,secondo Merleau-Ponty  Kant tende anche ad esagerare questa solidità da lui teorizzata volendo con ciò non solo rendere conto di tutto ciò che hanno detto sulla Natura Newton , Leibniz e Cartesio, ma addirittura cerca di dedurre i legami tra le forze attrattive e quelle repulsive.Brunschvicg la etichetta come una "fantasia costruttivista" vedendo della bizzarria in questo parallelismo tra la vecchia logica aristotelica e la meccanica moderna.
Quindi la Natura in questo senso è quella rivelata dall'Attività legislatrice dell'intelletto, è quindi qui arricchita.

Come collegare questi due significati del termine Natura? da un lato Natura impoverita,della quale non possiamo dire nulla se non attraverso i nostri sensi e dall'altra parte Natura arricchita,come un constructum:  un ritorno allo Spinozismo.
Tutta la filosofia Kantiana secondo Merleau-Ponty è uno sforzo per unificare questi due sensi del termine.
Merleau-Ponty considera la Critica del Giudizio un opera fondamentale di Kant, poiché qui cerca di collegare questi due sensi della rivoluzione copernicana infatti è proprio il giudizio che funge da legame tra l'intelletto e la ragione,tra la passività e la spontaneità.
Bisogna distinguere il giudizio determinante che opera la sussunzione del particolare dato l'universale,che nella sua costruzione è così oppure il mondo non esiste(questa è una scelta), dal giudizio riflettente dove dato solamente il particolare bisogna giungere all'universale secondo delle massime che è vantaggioso seguire ma non necessario.
La facoltà di giudicare è una riflessione che vuole stabilire un accordo tra la mia percezione e le esigenze della Ragione, e permette di porre in maniera estrinseca di scoprire un nuovo strato di proprietà antropomorfiche,che sono però generalizzabili in quanto ogni riflessione umana è spinta a porsi.Il giudizio è sì soggettivo ma di una soggettività appartenente a ogni uomo e quindi universalizzabile.
Ora si passa al problema della finalità della Natura per Kant c'è una finalità a proposito del concetto di Natura, è lecito aspettarsi una certa armonia della Natura ma solo sotto forma di massima utile alla ricerca. Diversamente per gli essere viventi organizzati hanno una loro causalità interna propria, un interno nell'esterno. Sorge il problema dell'antinomia della causalità e la finalità,la soluzione è come al solito in Kant nel riconoscere la natura e le limitazioni dell'intelletto umano:senza sprofondare nell'agnosticismo, bisogna pensare in termini di intelligibilità negativa una conciliazione tra finalità e causalità(una assenza di frattura),esse si escludono necessariamente solo nell'intelletto umano e vengono superato in un pensiero produttivo che lo oltrepassa.
Questo è un punto chiave ma allo stesso tempo critico della filosofia kantiana,Schelling oltrepassando i limiti imposti da Kant teorizza un intelletto intuitivo(che per Kant non esiste).
Se si vuole pensare la Natura in termini di finalità ci si trova solamente di fronte a concetti vaghi,e bisogna quindi partire dall'uomo come noumeno,che questo sì, può essere considerato vero scopo della Natura in quanto è pura libertà senza radici.
L'uomo quindi in quanto noumeno e quindi in quanto libero si oppone alla Natura e allo stesso tempo la porta a compimento facendola passare all'ordine del noumeno. In conclusione ogni finalità della Natura è solo relativa all'uomo e in particolare alla sua libertà.



2)Le idee di Kant sulla Natura con riferimento particolare all'Estetica trascendentale e alla Critica del Giudizio
ESTETICA
Per esaminare la filosofia della Natura kantiana bisogna anzitutto prendere in considerazione i concetti di spazio e di tempo così come sono esposti nell'Estetica trascendentale. Essi sono forme dell'intuizione,sono intuizioni pure,rappresentazioni a priori che stanno a fondamento di tutte le  intuizioni.
Lo spazio,non è un concetto empirico,non si ricava dall'esperienza ma è una rappresentazione necessaria a priori che sta a fondamento di tutte le intuizione esterne,non è un concetto universale dei rapporto delle cose in generale ma un intuizione pura,a priori. In senso trascendentale(spazio inteso come principio di possibilità di altre conoscenze sintetiche a priori)lo spazio rende possibile la geometria(conoscenza sintetica  a priori) grazie al fatto che né un intuizione,una forma del senso esterno in generale.
Similmente a quanto abbiamo detto per lo spazio il tempo è una rappresentazione necessaria che sta alla base di tutte le intuizioni,è a priori. In senso trascendentale il concetto di cambiamento e di movimento(come cambiamento di luogo) è possibile solo grazie al tempo come intuizione pura a priori. I tempo è quindi forma del senso interno(e non dei fenomeni esterni) ed è la condizione formale a priori di tutti i fenomeni in generale.
Tempo e spazio sono fonti del conoscere,che rendono possibili proposizioni sintetiche a priori(come la matematica) che però non rappresentano mai cose in sé,non c'è realtà assoluta di spazio e tempo,ma ciò non è necessariamente un male perchè anzi ci lascia intatta e ci permette la sicurezza della scienza sperimentale. Ogni intuizione quindi è solo intuizione del fenomeno e mai della cosa in sé. Il fenomeno non deve essere inteso come semplice parvenza,ma per quanto sempre differenti dalla cosa in sé a livello fenomenico le qualità che attribuiamo agli oggetti sono effettivamente date.
Le conseguenze sono di due tipi:in negativo vi è una riduzione della conoscenza empirica alla contingenza e soggettività,si può pensare l'incondizionato senza però mai conoscerlo. In positivo poiché ogni conoscenza oggettiva si deve riferire all'intuizione sensibile,si ha una sorta di organo dell'Estetica.


LA RIVOLUZIONE COPERNICANA
Non vi è più un mondo intelligibile come puro oggetto della conoscenza come presentato ad esempio nella filosofia di Cartesio,ma bisogna anzitutto ritornare all'uomo,al soggetto. Il mondo in sé stesso esiste(il noumeno) in parte indipendentemente dal soggetto ma noi non possiamo conoscerlo,va oltre i limiti del nostro intelletto. Questo non significa però andare nello scetticismo,perchè a livello fenomenico gli oggetti sono veramente dati,mai in sé stessi ma sono comunque oggettivi e universali.
IL soggetto umano è sia fenomeno che noumeno,perciò è possibile una libertà dalla necessità causale della Natura fenomenica,la libertà è sicuramente un tema molto presente in Kant ed è ciò che ci differenzia dalla Natura.



KANT E LA SCIENZA.
La riflessione sulle scienze non è stata in Kant un aspetto secondario, ma al contrario importante e determinante sia della critica della metafisica precedente e pietra di paragone per la metafisica che ha cercato di costruire dopo. I problemi che riguardano anche la scienza sono problemi fondamentali in kant:la riflessione sullo spazio e sul tempo,la riflessione sulla  fisica newtoniana,la giustificazione della matematica come scienza e della geometria.







LA CRITICA DEL GIUDIZIO
Il Giudizio è una facoltà conoscitiva che sta in mezzo tra l'intelletto  e la ragione,esso non fornisce di per sé conoscenza ma solo regole(soggettive) per la conoscenza .L'intelletto è la facoltà di conoscere la ragione quella del desiderare il giudizio è il piacere o dispiacere. Si divide in Giudizio determinante se dato l'universale si fa la sussunzione del particolare e riflettente se è dato solo il particolare e si deve andare all'universale.
Il Giudizio teleologico serve per giudicare se qualcosa(le condizioni)sia  secondo l'idea di uno scopo della natura,ma non si può mai determinare a priori uno scopo della natura.
La natura  è un complesso di fenomeni e può essere pensata esclusivamente grazie a leggi universali che poggiano sulle nostre categorie,ci possono essere leggi empiriche infinitamente varie che sono contingenti per noi. Le leggi fondamentali della natura hanno fondamento nel nostro intelletto.
La teleologia in un certo senso è la critica della facoltà del giudizio ma in quanto contiene principi a priori fornisce il metodo con cui si deve giudicare della natura secondo cause finali.
L'Armonia della Natura è solo una massima,non è teoretica,è l'uomo che introduce il concetto di finalità della natura.
La finalità della natura è un particolare concetto a priori che ha la sua origine nel Giudizio riflettente .Non è quindi un concetto della natura ma un modo di riflessione sulla natura. Non si può comprendere a priori che nella natura ci siano necessariamente dei fini.
Solo l'uomo può essere inteso come il fine supremo della natura,al contrario l'uomo in senso morale non può chiedersi quale sia lo scopo della sua esistenza in quanto è la sua esistenza stessa lo scopo ultimo.
Il primo scopo della natura è la felicità seguita dalla coltura dell'uomo. Ma la natura d'altro canto è lungi dall'avere oggettivamente l'uomo come preferito tra gli animali, quindi in questo senso è solo un anello nella catena dei fini naturali.



3)Critica dell'interpretazione che ha Merleau-Ponty della filosofia della Natura kantiana.
CONCLUSIONI

Merleau-Ponty nel leggere Kant opera una lettura storica evidenziando quali sono secondo lui gli aspetti più innovativi rispetto al passato e quelli che hanno avuto più influenza negli autori successivi.
Pone l'accento sulla sua dimensione umanista e soggettivista,e pone in primo piano la terza delle Critiche quella sulla facoltà del Giudizio,vedendola come un tentativo di sintesi e  di  collegamento per es. del doppio significato del termine Natura presenti in particolare nella Critica della ragion pura
Penso che Merleau-Ponty abbia un interpretazione di Kant un po' troppo romantica(che va nella direzione di Schelling) e soggettivistica rispetto al kant illumminista. Il soggetto in Kant non regge l'essere,ma  la nostra visione,fenomenica dell'Essere.
Vi è una certa incompletezza poi nel considerare l'uomo come fine supremo della natura.Kant lo dice,certo però intende un fine ipotetico,se c'è un fine supremo della natura è sicuramente la felicità e la cultura dell'uomo,ma sembra ben lontana la natura da fare dell'uomo anche solo l'animale preferito,infatti basta guardare a malattie come la peste ed altre miserie.
Mi sembra non totalmente corretto dire che per Kant la nozione di Essere è per sé stessa  un concetto vuoto,che acquisisce di significato solo attraverso l'esperienza sensibile,più che acquisire significato acquisiamo conoscenza fenomenica attraverso l'esperienza. Il noumeno ha significato per noi anche senza conoscerlo.
Kant non credo faccia un ritorno all'Assoluto come soggetto e che di conseguenza la rappresentazione umana diventa sinonimo dell'Essere,ma che il soggetto umano sia parte di quel noumeno è come tale libero dal fenomeno ma non completamente Assoluto.









Fonti:Kant,Critica della ragion pura.Critica del Giudizio.
        Maurice Merleau-Ponty,La natura.
        Luca Vanzago,Merleau-Ponty.
        Paolo Pecere,La filosofia della natura in Kant.


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