La scienza come professione, Max Weber, riassunto e commento.

Sintesi prima conferenza da" il lavoro intellettuale come professione"

Le domande alle quali Weber vuole rispondere in questa conferenza sono a.  in che modo si configura la scienza come professione e b. a livello più pratico come si configura la situazione di un laureato che voglia seguire la professione della scienza nell'ambito universitario facendo un confronto fra il sistema vigente allora in Germania, che andava americanizzandosi e il  sistema universitario americano stesso.

Nel sistema americano l'Università è trattata come un'impresa, essa presenta così indiscutibili vantaggi tecnici ma lo spirito è molto diverso dalla tradizionale università tedesca.  Uno studente tedesco dedica i suoi anni giovanili alla ricerca mentre lo studente americano che viene pagato fin da subito dedica buona parte del suo tempo all'insegnamento. Inoltre avverte delle difficoltà intrinseche della carriera scientifica universitaria in quanto oltre a presentare incertezze economiche e di merito è inoltre spesso soggetta al caso, un caso che non è dovuto alla malizia dei collegi docenti nello scegliere i candidati ma che è intrinseco: raramente diventa docente chi più meritava ma spesso lo diventano altri per vari motivi.

Anche in questo scritto un concetto fondamentale è quello di "vocazione" Beruf, dovrebbe dedicarsi alla professione della scienza solamente chi possiede la vocazione oltre che a una rigorosa specializzazione e una completa dedizione, giacché anche l'ispirazione geniale è in realtà frutto della preparazione precedente di un duro lavoro.

 A differenza ad esempio che nell'arte (la quale ha già raggiunto dei livelli di perfezione difficilmente superabili) la scienza è in continuo progresso, per cui ogni scienziato sa per principio che la sua opera è destinata ad essere superata nel tempo e anzi è questo il suo significato. Si apre qui il problema del significato contemporaneo della scienza, ormai nessuno crede più che la scienza sia un mezzo per raggiungere Dio e nemmeno la natura (anzi spesso dice Weber, i giovani hanno la tendenza a cercare la felicità e il senso in tutto quello che non è scienza ma così facendo non si rendono conto di quanto la scienza faccia per il benessere umano effettivo anche se spogliata dalle sue pretese di significato con la s maiuscola.). Ad esempio non si può dire che abbiamo oggi una comprensione dell'esistenza migliore ad esempio a quella degli indiani d'America solo perché facciamo uso di una tecnologia che neanche ne capiamo il funzionamento. E' una scienza disincantata e che porta anche disincantamento essa non può rispondere alle domande come bisogna vivere e cosa dobbiamo fare, la scienza ha valore nei mezzi. In un certo senso è bene così l'insegnante in cattedra è un professore al limite un maestro ma non deve essere almeno non in cattedra né un profeta né un capo/campione di football né tanto meno un politico: non è la cattedra il luogo per discussioni politiche da parte dell'insegnante in quanto egli non ha contraddittorio e anzi è in una posizione di autorità nei confronti dei suoi studenti.

I valori della scienza oltre che nella tecnica sono da cercare nei metodi del pensare e nella chiarezza.

Weber insiste sulla spersonalizzazione della scienza e indaga sui presupposti  di fondo che per teologia consiste nel pensare che il mondo abbia un significato, per la scienza medica che la vita umana vada preservata, la scienza non deve avere presupposti religiosi ma ha anch'essa il presupposto che il suo stesso lavoro sia degno di essere fatto e conosciuto e ciò non è dimostrabile scientificamente.

Commento

In questa lucida e disincantata analisi del mondo scientifico Weber tende ( a mio parere) a "burocratizzare" il lavoro dell'uomo di scienza a farlo assomigliare  al suo prototipo di burocrate/funzionario. Credo che basterebbe fare l'esempio di Einstein per far riferimento a uno scienziato che è l'opposto del tipo descritto da Weber, certo però si potrebbe dire come d'altro canto afferma nel testo in riferimento a Goethe che questo senso più elevato nella scienza sia un qualcosa che se lo possono permettere solamente dei geni del loro livello e forse per tutti gli altri la scienza rimane un'attività molto più disincantata sia dal sentimento religioso sia da quello della meraviglia naturale.

Per quanto riguarda la situazione della carriera scientifica credo che sia un testo sorprendentemente attuale.