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Seneca, commento alla Lettera 14° - Lettere Morali a Lucilio.




(un'attualizzazione del testo)

-preveniamo disagi e pericoli inutili e portiamoci al sicuro:"Tali cause, se non sbaglio sono di tre generi: si teme la miseria, si temono le malattie, si teme ciò che accade per la violenza di chi è più forte"; " Tre sentimenti sono da evitare- l'odio,l'invidia, il disprezzo"  "non si sconvolgerà i pubblici costumi né con l'eccentricità della propria vita si attirerà su di sé gli sguardi della gente"

Questa lettera di Seneca si apre parlando del corpo, Seneca in linea con il quadro filosofico stoico non ne fa certo un elogio smisurato -"La nobiltà d'animo non conta nulla per chi attribuisce troppo valore al corpo" ma con buon senso ammette:"lo si circondi pure delle cure più solerti, tuttavia, quando lo esigeranno la ragione o l'onore o la parola data…".

Nel passo successivo intendendo "corpo" in senso più generale del termine elenca i principali pericoli per esso e le difese per ciascuno dei pericoli. Afferma quindi che si può prendere rifugio nella filosofia che è pacifica e ha l'effetto "delle infule sacerdotali" ma pur va trattata "con calma e moderazione".

Prende come esempio filosofico ma anche come esempio critico, Marco Catone "lui che con le sue dichiarazioni cerca di mettere un freno alla guerra civile". 

Altri esempi di filosofi sono gli Stoici che pur non dedicandosi direttamente alla politica hanno contribuito dedicandosi" al perfezionamento del loro stile di vita e a stabilire le fondamenta di un diritto".

Seneca concluse la lettera riflettendo che chi sa più godere in modo sano della ricchezza e in realtà chi sa farne anche a meno.


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