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MUHAMMAD YUNUS, LIBRO:IL BANCHIERE DEI POVERI RECENSIONE E INVITO ALLA LETTURA








Nel libro Si racconta che Muhammed Yunus premio Nobel per la pace nel 2006, vive nel Bangladesh uno dei paesi più poveri del mondo che è periodicamente devastato da calamità naturali come cicloni, inondazioni e carestie come nel 1974 una carestia ha provocato centinia di migliaia di vittime;milioni di persone sono rimaste senza casa
La povertà però è anche strutturale, il 40 % della popolazione non arriva a soddisfare i bisogni alimentari minimi giornalieri.L'Analfabetismo raggiunge il 90 % e la densità della popolazione è molto elevata. MA c' è anche una speranza,  Yunus ha scoperto che accordando minuscoli prestiti ai più poveri tra i poveri della terra si poteva fare di più di quanto avessero fatto i miliardi di dollari degli aiuti stranieri.

Nella prefazione si dice anche che è una visione del mondo diversa (quella di un capitalismo e un liberismo davvero solidale) oltre che la storia di una banca che è cresciuta fino a fornire 12 milioni di persone (il 10 % della popolazione del Bangladesh) gli strumenti per uscire dalla miseria e la storia di come la rivoluzione del microcredito si sia espansa aiutando i poveri di 53 paesi.

Yunus si dice più che convinto che la povertà sia rimovibile dal nostro mondo (ha scritto un altro libro intitolato "Un mondo senza povertà") e che ci sono diverse porte per farlo una di queste è il microcredito.
Nel primo capitolo intitolato "Il villaggio di Jobra:dalla teoria alla realtà"  in breve (anche se ci sarebbe da soffermarsi a lungo) racconta come l' anno 1974, anno della grande carestia,  fu un anno decisivo che lo ha segnato profondamente. Vide insomma cosa significava la fame negli occhi di tante persone (il libro ovviamente racconta tutto, come è doveroso farlo,  ma questa è solo una recensione) mentre Yunus insegnava Economia all' università spiegando come l'economia fosse una materia in grado di rispondere a problemi economici di vario tipo.

Decide quindi  di andare al villaggio Jobra per sapere quali fossero i problemi della gente e soprattutto se ci fossero delle soluzioni e scopre che dando una piccola somma di denaro in prestito a quella gente, li poteva salvare dal tunnel della miseria,  scopre come nei corsi universitari ragionava in termini di miliardi mentre lì tra la gente povera la vita o la morte si gioca per centesimi di dollari...,. E capisce che i poveri non erano poveri per stupidità o per pigrizia ma perchè le strutture finanziarie del paese non erano disposte ad aiutarli allargando la loro base economica.

IL SECONDO CAPITOLO SI INTITOLA LA BANCA MONDIALE:
Racconta dei rapporti della Grameen Bank con la Banca mondiale e spiega come ci fossero poche persone che capivano il microcredito all' interno di quest' ultima,  e come abbia rifiutato nel 1986 un prestito di 200 milioni di dollari  dalla banca mondiale per evitare di diventare dipendenti  di questa .
A volte i grandi cervelli vivono nella stratosfera e non in mezzo ai poveri e racconta come spesso i fondi internazionali fossero sprecati. Per es. scrive  "...L' aiuto internazionale diventa così un atto di carità verso i potenti mentre i poveri sprofondano sempre più nella miseria" e aggiunge che la povertà va eliminata direttamente, spiega la sua concezione di sviluppo e critica. "Se come dice  lewis Preston (allora presidente della Banca mondiale), obiettivo primario della banca mondiale è quello di combattere la povertà nel mondo, mi sembra giusto che la Banca abbia  sede dove regna la miseria(...)".
Parla anche del problema della carità che si può servire per quell' istante preciso ma che sarebbe molto meglio capire il problema del povero in questione e cercare una soluzione. 
QUESTA è UNA SINTESI DEI PRIMI DUE CAPITOLI nel libro(che  è molto denso) si parlerà di  molto altro come dei suoi interessi giovanili tra i quali lo scoutismo; della sua esperienza nelle università statunitensi; del suo matrimonio, di come concentrò i suoi sforzi nell' agricoltura dall' esperienza della carestia.
NEL CAPITOLO 10  si parla dell' atteggiamento sessista delle banche prima della Grameer Bank, e decisero che le donne dovessero essere incluse nella misura del 50% almeno ma di come fu difficile attuare il progetto.
Si parla della difficoltà e delle vicissitudini nella gestione della banca, di come abbia puntato sempre sulla massima semplicità di funzionamento e come funziona; si parla del confronto con le banche tradizionali.
Si parla di come abbia dovuto combattaere in certe occasioni contro una cultura rigida e conservatrice, di come ebbe dovuto tenere conto delle catastrofi naturali; della conquista dell' indipendenza della banca.

LA QUARTA PARTE SI INTITOLA"IL MODELLO GRAMEEN è ESPORTABILE ?" 
Racconta come nel momento in cui scrive il libro in 58 paesi sono presenti programmi di credito ispirati alla Grameen, e focalizza nello specifico  alcuni paesi.
LA QUINTA PARTE DEL LIBRO TRATTA DI ALCUNE RIFLESSIONI IN TEMA DI ECONOMIA, di come la disoccupazione sia una delle piaghe della società moderna..,della differenza fra lavoro salariato e lavoro indipendente, parla del rapporto tra il liberismo e gli obbiettivi sociali, tratta poi della fine della povertà " come? quando? " tratta  come la povertà sia trascurata dagli economisti (il trentaduesimo capitolo si intitola proprio così).
IL libro si conclude poi presentando alcune nuove esperienze e infine con il discorso pronunciato al ricevimento del premio Nobel per la pace. 
Naturalmente consiglio vivamente a tutti la lettura attenta di questo libro che tratta di una già grande opera fatta  e che forse tra alcuni anni potrà rivoluzionare davvero, ancora di più il nostro mondo e anche la nostra visione del mondo.

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