Intitolati i giardini pubblici di Borgosesia a Lea Schiavi, la reporter nata a Borgosesia nel 1907 per i suoi meriti nell’aver combattuto il nazifascismo con la sua penna intrisa della sua indipendenza di pensiero, del suo spirito anticonformista, dei suoi ideali democratici contrari alle dittature totalitarie di Mussolini e Hitler, nonché del suo grande coraggio. Fu ammazzata il 24 aprile 1942 in Iran in circostanze ancora non del tutto chiarite. Dietro a questo delitto “ politico” spiega Sandro Orsi vi sono state storie di ideali antifascisti e di libertà.
Lo scrittore e giornalista Massimo Novelli ha presentato il
suo libro: “Lea Schiavi la donna che sapeva troppo”
“Una giovane donna che nel 1939 lascia l’Italia ed entra
nel pieno della Seconda Guerra Mondiale in Jugoslavia, poi in Turchia e in Iran
dove fu l’ultimo tragico atto della breve ma intensa vita di Lea. La
maturazione dell’antifascismo fu lenta con un distacco graduale e poi una forte
e solida coscienza antifascista. Già nel 1938 venne segnalata al regime per
aver fatto un discorso contro Hitler e Mussolini. In Iran organizzò un comitato
antifascista, era legata ai circoli di Radio Londra. Le prime inchieste sul suo
delitto non portarono sostanzialmente a niente, poi dal 1945 finita la guerra
si iniziò a indagare sul delitto con maggiore libertà di pensiero.”
Sandro Orsi presidente della sezione Anpi valsesiana ha
sottolineato: “ringrazio il Comitato Tricolore, la banda musicale, l’Anpi e un ringraziamento
particolare alla Croce Rossa che in questo momento hanno dimostrato la forza di
chi resiste davanti a cose terribili”
Presente alla cerimonia i familiari Schiavi che hanno ricordato l’importanza della libertà e dell’indipendenza, valori molto cari a Lea.
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