Skip to main content

"Apologia della storia" di March Bloch. sintesi e riflessioni sull'Introduzione 1.










Nell'introduzione di questo libro, Bloch afferma che si trova alla resa dei conti in qualità di storico, e la domanda che lo mette all'angolo è quella del figlio che gli domanda ingenuamente ma pressantemente, a cosa serva la storia. Lo storico si chiede quindi se  ha fatto un buon impiego della sua esistenza dedicandola in buona parte alla storia. Ma Bloch è convinto che la storia, a patto che venga ben fatta sia importante per la società, perché si tratta della società che riflette e forse anche dubita su sé stessa e sul proprio passato.
Bisogna chiedersi che cosa significhi "servire", infatti non basta che la storia sia divertente o piena di fascino, ogni scienza è interessante e quella nella quale lo studioso vi si consacra è la sua vocazione, e anzi bisogna guardarsi dice Bloch, dal togliere dalla storia questa sua parte di bellezza e poesia, ma non è solo un passatempo, infatti una scienza avrebbe sempre una certa incompletezza secondo l'autore se non aiutasse anche in qualche modo a vivere meglio, ma infatti chiede e si chiede, "per agire ragionevolmente, non occorre prima comprendere?".
Non sono certo mancati, i critici della storia come attività inutile e inconsistente o anche dannosa, e gli storici stessi hanno dovuto fare i conti, con l'avvenire della fisica newtoniana, come punto di paragone, alcuni storici hanno cercato in qualche modo di emularla cercando di dare solidità anche alla storia altri ne hanno sottolineato le differenze.
Infine Bloch non nega che vi siano delle incertezze nella scienza storica, e anzi sono proprio questi dubbi a dare nuovi spunti e freschezza allo studio. Inoltre premette che questo suo libro non è esclusivamente un libro sul metodo dello storico, infatti non si considera un filosofo dei principi, ma è più che altro un taccuino di un artigiano della storia, con tanta esperienza alle spalle.

Comments