Tesi Lettura dei Primi Princìpi metafisici della scienza della natura( riassunto e considerazioni) di Kant.

Questa tesi, e' composta da due parti, la prima parte e' una presentazione/riassunto del libro, la seconda e' costituita da alcune considerazioni sui temi della demarcazione della scienza in Kant, l'innesto della metafisica kantiana nella fisica, e sui limiti e possibilita' della metafisica.
Indice
Introduzione 3
Capitolo 1. Il posto dei Princìpi metafisici nella filosofia della natura di Kant 6
1.1 Il contesto dell’opera 6
1.2 La prefazione 8
1.3 Foronomia 12
1.4 Dinamica 14
1.5 Meccanica 16
1.6 Fenomenologia 17
Capitolo 2. Il rapporto fra filosofia e scienza 19
2.1 Kant e la scienza: il problema della demarcazione 19
2.2 Il dibattito sullo spazio e la gravitazione universale: Newton, Leibniz, Kant 22
2.3 Sui limiti della fisica pura 26
Conclusioni 29
Riferimenti bibliografici 32
INTRODUZIONE
Questa tesi ha lo scopo di presentare i Princìpi metafisici della scienza
della natura di Kant, proponendo un taglio di lettura che ne evidenzi da un lato le
problematicità, dall’altro gli aspetti fecondi e innovativi. L’attenzione sarà
concentrata sul testo di Kant, esaminato anche attraverso i contributi della
letteratura critica, con particolare riferimento a Michael Friedman e Paolo Pecere.
Nel corso dei suoi studi Kant si è sempre occupato, fin dagli scritti
precritici, di scienza della natura. Il testo da noi studiato si inserisce nel pieno
periodo critico, ma è anche una trasposizione degli studi precritici di Kant alla
luce del criticismo.
La tesi è suddivisa in due parti. Nella prima parte sono esposti, senza
pretesa di completezza, i punti più salienti del testo di Kant, avendo operato una
selezione che è tesa a far comprendere al lettore il nucleo teorico dei Princìpi
metafisici e del metodo argomentativo di Kant. La seconda parte contiene alcune
considerazioni sull'opera, anche alla luce dei successivi sviluppi scientifici e
filosofici, attraverso un confronto delle differenti interpretazioni fornite da Pecere
e Friedman. Entrambi gli interpreti sono convinti dell'importanza dell'opera nella
filosofia di Kant, ed entrambi riconoscono la volontà dell’autore di fornire un
contributo rilevante non solo per la filosofia ma per la scienza stessa.
A livello filosofico i due temi che risultano più significativi sono il
problema della demarcazione scientifica, intendendo il termine in senso ampio, e
il ruolo che secondo Kant dovrebbe rivestire una metafisica legittima: quella
limitata e giustificata dal criticismo. Sul piano filosofico-scientifico, la questione è
quella di capire se e in che modo la metafisica kantiana abbia valore per la
scienza: i concetti della metafisica della natura e della scienza della natura sono i
medesimi (ad esempio spazio, tempo, materia e movimento), ma i due piani -
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filosofico e scientifico - non sono completamente isolabili e presentano dei punti
di intersezione.
Il testo dei Princìpi è costituito di un’importante prefazione e di un corpo
centrale, il quale è suddiviso a sua volta in quattro sezioni. Ciascuna di queste
sezioni deriva dalle determinazioni del concetto universale di materia in generale,
sotto la propria rispettiva classe delle categorie (grandezza, qualità, relazione e
modalità). Il metodo seguito da Kant è quello matematico, costituito da
definizioni, teoremi, corollari e dimostrazioni.
Nella Critica della ragion pura Kant si occupa dei limiti e delle possibilità
della conoscenza, intesa come conoscenza scientifica e metafisica. Delle due è
l’ultima a risultare considerevolmente ridimensionata: la ragione non ha in nessun
modo capacità di comprendere il noumeno e con questo tutto ciò che è al di là
dell'esperienza. Ne consegue che gran parte della vecchia metafisica è tagliata alla
radice: essa non avrà mai modo di trovare una soluzione alle proprie antinomie.
Nondimeno, la metafisica ha ancora, secondo Kant, dei compiti da assolvere, ma
lo farà riferendosi a oggetti differenti e impiegando metodi differenti. L’unica
metafisica che secondo Kant ha ancora un valore - anzi è legittimata dal criticismo
- è la metafisica che non riguarda gli oggetti in sé, ma riguarda le condizioni di
possibilità di tali oggetti, le quali sono presenti aprioristicamente nell'intelletto.
Questo perché per gli oggetti empirici c'è la scienza, mentre per le realtà non
suscettibili di esperienza non abbiamo una facoltà in grado di coglierle
intuitivamente.
Nei Princìpi metafisici della scienza della natura Kant si occupa per
l'appunto di metafisica della natura e in particolare della metafisica che sta alla
base, esplicitamente o implicitamente, della scienza della natura enunciata da
Newton. Kant afferma più volte che questa metafisica non è né inventata né
costituita da opinioni, ma è una metafisica "scientifica" dotata di completezza,
nonché di un possibile rigore dimostrativo. Infatti questa metafisica doveva
essere, secondo l'intenzione del filosofo, parte integrante della fisica, quasi come
una prefazione preliminare. Tale metafisica è, per Kant, ciò che dovrebbe dare
legittimità e fondazione teorica alla fisica empirica.
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Il significato dell’opera di Kant è molteplice, così come diversi sono i
punti di vista con i quali vi si può approcciare.
Dal punto di vista della filosofia di Kant, i Princìpi metafisici
rappresentano il completarsi, riguardo alla metafisica della natura corporea, della
filosofica critica enunciata nella Critica della ragion pura; si potrebbe considerare
la prima Critica, dal punto di vista della metafisica, come una pars destruens,
seguita poi dalla pars costruens costituita dai Princìpi metafisici. Al contrario di
quanto possa apparire a prima vista, non vi è alcuna incoerenza fra le tesi della
Critica e la costruzione della metafisica dei Princìpi della scienza della natura.
Kant non disconosce il ruolo della metafisica, ma ne fornisce una critica radicale
al fine che ogni futura metafisica non sia "ingenua", ma sia una metafisica passata
attraverso l’esame critico delle facoltà del pensiero. La metafisica è così tratta in
primo luogo a partire dalla stessa facoltà del pensare: essa è aprioristica, ma
deriva dal soggetto pensante e non dal mondo esterno empirico.
Dal punto di vista filosofico in generale, sono anzitutto significative le
idee di Kant riguardo ai temi della demarcazione scientifica, del rapporto fra la
filosofia e la scienza, dell'applicazione metafisica delle categorie e del suo modo
originale di rapportarsi alle concezioni classiche precedenti. Ad esempio, riguardo
all'idea di spazio, dove Kant si colloca in una via di mezzo fra la posizione di
spazio assoluto di Newton e la teoria di spazio come relazione di Leibniz.
Dal punto di vista scientifico, infine, va ricordato il grande lavoro di
chiarificazione concettuale dei termini scientifici apportato da Kant, ma anche la
problematizzazione dei concetti di spazio, tempo e gravitazione universale. Questi
contributi fanno capire come Kant avesse già intuito che la questione non si fosse
affatto esaurita con Newton. Inoltre, secondo Friedman e altri interpreti
neokantiani, l’opera dei Princìpi metafisici è per diversi aspetti precorritrice della
fisica contemporanea, appunto per la problematizzazione dei concetti di spazio e
tempo e per aver individuato la sostanza materiale come costituita in ultima
analisi da forze.
Ecco la tesi completa al seguente link
https://drive.google.com/open?id=0B91PyoNfACJtRFRyUktZbF9hUkU
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