
Prendo spunto da una polemica esplosa in questi giorni, a causa di un padre di un ragazzo delle medie che non ha fatto fare di proposito i compiti estivi al proprio figlio perché in questi tre mesi "gli ha voluto insegnare a vivere", con tanto di lettera ai professori.
Credo occorra fare due tipi di considerazioni, anzitutto penso sia molto pericolosa l'idea della vita e dello studio viste come una dicotomia: c'è la vita che è quella all'aria aperta in bicicletta o in un campo di calcio o nel lavoro manuale e c'è lo studio, la teoria, il sapere, che è un'altra cosa, non riguarda la vita. In parte in effetti è un difetto delle nostre scuole e di alcuni professori che non sanno insegnare, che ci fanno sembrare lo studio, le materie scolastiche come qualcosa di noiosissimo o al limite un po' interessante ma che riguardo alla vita pratica non hanno nulla da offrire né comprensione né tantomeno utilità pratica.
Al contrario l'istruzione è parte integrante della vita, e aiuta sotto ogni aspetto a viverla meglio.
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