In realtà quello che vuole dire è che rispetto a come intende bene-male il cristianesimo, per lui il bene è quello che è il male nella religione cristiana operando così un capovolgimento di valori. Se il cristianesimo afferma la compassione e la carità verso i più deboli avente come riferimento la figura storica Gesù e l'idea della mansuetudine della pecora. Nietzsche esalta l'ideale aristocratico del forte, e ha come riferimento storico Napoleone e in senso figurativo la ferocia della tigre.
Per Nietzsche, tolta di mezzo la figura di Dio, la morale non ha nessun valore di verità né nessun valore in sé, per capirlo bisogna studiarla storicamente. Storicamente , prima di Cristo e anche prima di Socrate ( i due grandi nemici polemici di Nietzsche sono il cristianesimo e Socrate/Platone), la morale è una morale aristocratica, ovvero i più forti decidevano/creavano i valori, e non c'era una coppia bene/male come la intendiamo noi oggi (dopo il cristianesimo), bene in termini aristocratici significava nobile (in senso di forte, potente, capace) e cattivo significava disprezzabile (cioè vile, debole, incapace), i più forti decidevano i valori morali e questa è una cosa sana e naturale per Nietzsche, in quanto la morale è in realtà la volontà di potenza di taluni gruppi che cercano di convincere tutti gli altri ai loro valori.
La cosa malsana iniziò invece quando i deboli "gli schiavi" iniziarono col risentimento a far passare per "morale" e "bene e male" ciò che in realtà era la loro volontà di potenza e di risentimento verso i forti, il problema e la cosa assurda per Nietzsche è che i forti gli aristocratici gli credettero e si assoggettarono ai loro valori, che in realtà erano i valori "degli schiavi". Quindi i deboli riuscirono a imporsi sui forti nascondendo la loro volontà di potenza e di risentimento, sotto forma di valori morali, quindi buono e cattivo assumono significati molto diversi e più profondi che nobile e spregevole, buono è quello mansueto non pericoloso, cattivo diventa "malvagio".
Per Nietzsche sembrerebbe che in realtà non esiste nessun valore morale, cioè che l'etica sia un errore e qualcosa di malsano inventato dai deboli, sia frutto di interesse, e anche non esista nessuna vera azione altruistica disinteressata (quella che per Schopenhauer è un miracolo), l'azione altruistica è o un errore, o una volontà di potenza mascherata, cioè una rinuncia di qualcosa di sé per qualcosa a cui si tiene maggiormente (ma sempre riguardo a sé).
Quindi riassumendo: a. Non esiste né è mai esistita storicamente la morale, ma la morale non è altro che volontà di potenza mascherata, a volte poco mascherata come nel caso della morale aristocratica, a volte molto e subdolamente mascherata come nel cristianesimo. b. Secondo Nietzsche è bene riconoscere ciò, ed è da preferire un ideale aristocratico tipo quello incarnato da Napoleone, piuttosto che l'ideale cristiano e simili...
In definitiva la morale per Nietzsche non esiste, e se si vogliono cercare spunti "morali" in Nietzsche sono di tipo aristocratico (es. Napoleone).
P.S.
Bisogna notare che ci sono nella storia interpretazioni di Nietzsche molto diverse che vanno dal Nietzsche anticipatore del nazismo, al Nietzsche ribelle di sinistra, questo è dovuto al fatto ( a parte alle iniziali le manipolazioni dei suoi testi da parte della sorella), alla difficoltà di lettura dei suoi scritti che sono in gran parte in forma di aforismi, simil-poesie, racconti , e quindi mai ben chiari e sistematici. Si prestano di per sé a molteplici letture e farne un resoconto complessivo, significa già snaturane in parte il contenuto.
A mio parere nel leggere un'opera di un filosofo non si devono fare due errori: né leggerlo con superficialità né però con la pretesa di misteriosa profondità negare quello che c'è scritto interpretandolo come pare e piace.
Fonti: Genealogia della morale, Al di là del bene e del male, Così parlò Zarathustra, (Nietzsche)
- Introduzione a Nietzsche di Vattimo, e altri manuali.
N.B. (Non sono le mie idee, ma è la mia interpretazione dei testi di Nietzsche)
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